AMICI CAFFICULTORI

Regione Nariño

Cooperativa Cafetera por la Paz Sureña

Qui l’unione fa la forza! 

Spinte dalla tenace Carolina, leader della Cooperativa, 92 famiglie di questo piccolo municipio andino, hanno deciso di unire gli sforzi per produrre caffè di altissima qualità ed esportarlo. 

La sfida? Gestire autonomamente l’intero processo produttivo e commerciale, senza intermediari. Un caffè che cresce tra i 1800 e i 2100 metri, di fianco al Vulcano “Doña Juana”, che vigila sulle piantagioni e regala fertilità alle terre. 

Un caffè che sa di riscatto, dove il conflitto armato e le coltivazioni illecite hanno lasciato ferite indelebili adesso si semina speranza, si raccoglie pace.

Comunità Indígena Inga

Nascosto tra il verde delle splendide Ande del Sud del Paese, sorge il piccolo paesino di Aponte. La maggior parte della popolazione è Inga, una delle sei etnie indigene della regione.  

Nel 2016 una falla geologica ha letteralmente spezzato e spostato case, scuole, negozi e la chiesa, lasciando alla piccola popolazione il difficile compito di cercare aiuti per la ricostruzione.

“Pangui” significa ciao nella lingua Inga, che viene tramandata di generazione in generazione insieme all’uso degli abiti distintivi, all’arte di tessere e alla devozione e rispetto per la “Pacha Mama”, la madre terra con cui bisogna generare una relazione armoniosa. 

Per anni il narcotraffico ha seminato su queste terre paura e papavero da oppio. Oggi, poco a poco, questa coltivazione si sta sostituendo con il caffè, prodotto che regala pace e tranquillità ai sui produttori.

La Tulpa – Familias Nariñenses en la Agricultura Orgánica

In un territorio pieno di pesticidi e fertilizzanti chimici è scattata la scintilla che ha acceso l’associazione “La Tulpa”. È così che si definisce nella lingua quechua il focolaio intorno a cui ci si incontra per cucinare, per riflettere e raccontare storie.

Sono 50 le famiglie che hanno deciso di smettere di inquinare la terra e mettere a repentaglio la propria salute, passando insieme alla produzione biologica di alimenti. Tecniche antiche si mescolano con studi innovativi per garantire settimanalmente un rifornimento di verdura, frutta, caffè, cacao e zucchero di canna al negozio dell’associazione, nel capoluogo nariñense.

Billy e Doralia, innamorati l’uno dell’altro e insieme del proprio progetto di vita, lavorano tra la campagna e la città, convincendo sempre più clienti cittadini a scegliere prodotti salutari e genuini. Il caffè nella loro tenuta circonda le piantagioni di pomodoro, di patate, lattuga, amaranto e mais, creando una splendida sinfonia di colori, odori e biodiversità.

Dove prima si respirava pesticidi ora si ascolta il ronzio delle api, il cinguettare degli uccelli e la musica della radiolina di Billy, sempre accesa e rallegrante.

Agrocafè El Tambo S.a.s.

Tambo è un’antichissima parola quechua che significa rifugio, albergo. Tantissimi paesini colombiani hanno questo nome, ereditato dalla loro vecchia funzione. 

È bello immaginare un via vai di persone e merci sulle vecchie stradine a strapiombo sulle verdi Ande.

Anche questo Tambo è un bellissimo rifugio, nascosto dopo ore di curve e paesaggi mozzafiato. È questa la sede dell’impresa “Agrocafè”, che nasce da un progetto della Pastorale Sociale del Municipio.

Le famiglie associate coltivano un caffè di ottima qualità che viene esportato negli Stati Uniti. I compratori finali garantiscono un prezzo fisso per tutto l’anno e un surplus se il commercio ha buoni risultati.

Conoscere il consumatore del proprio prodotto è un privilegio che pochi cafficultori hanno. Normalmente infatti il caffè viene consegnato a degli intermediari, che si occupano della commercializzazione. A partire da qui i produttori ne perdono immediatamente le tracce.

 

Agrocafe El Tambo Sas

Questa piccola società è la dimostrazione che uniti si possono cambiare le cose, anche quelle dinamiche così vecchie e statiche che regolano il commercio di caffè.

 

Regione Cauca

San Andres de Betania – Piendamó

Norberto ha sempre fatto l’agricoltore. Nella sua piccola tenuta ha seminato di tutto, provato qualsiasi pesticida e fertilizzante. 

Come molti si è lasciato convincere ad abbattere alberi per dedicarsi alla monocoltura, a comprare semi dalle grandi multinazionali, a preferire guadagni facili e veloci. 

Poi un’illuminazione, un cambio, una rivelazione.

“Come stiamo trattando la Madre Terra? È questo il modo corretto di produrre?”

Adesso l’orgoglio di Norberto e della sua famiglia è il bosco che hanno fatto crescere, dove tra alberi, fiori, canne di bambù e migliaia di insetti, scorre un ruscello che riempie di vita tutto ciò che incontra. 

Per coltivare il caffè, questa squadra-famiglia ha imparato a osservare come si comporta la natura nel bosco. Si sfruttano l’ombra, i microorganismi, i funghi, si semina insieme ad altri prodotti, si fertilizza naturalmente grazie al concime degli animali e si difende da alcuni insetti con fiori e piante repellenti. Il sapore di un caffè così non può che riflettere tutto l’amore che riceve. 

È davvero difficile contare quanti prodotti si incontrano passeggiando tra il caffè della famiglia Bolaños: peperoncino, zucca, piselli, banane, manioca, mais, limoni, arance, fagioli ed erbette aromatiche. 

Un caffè che assorbe nel gusto questo intreccio di radici, di profumi, di sapori. Tra questo verde una vera e propria impresa famigliare, un’autosufficienza della catena produttiva che dimostra la tenacità delle persone che ci lavorano. Non solo si coltiva, si lava e si fa seccare il caffè ma lo si tosta, macina e lo si impacchetta anche.

Nohora è orgogliosa di stringere tra le mani quei 500 gr di caffè macinato per cui ha lavorato con dedizione, lo è anche del suo orto, che coltiva con i principi della permacultura e delle tradizioni tramandate da generazione in generazione.

Niente viene sprecato grazie a semplici ma efficaci istallazioni. Tra tutte il “biodigestore”, che incanala acqua e materia organica dei tanti animali presenti, trasformandole in combustibile.

Un continuo sbocciare di vita, una Primavera, un nome adatto ad un posto così.

Finca La Primavera – Caldono

Kwe’s Cafè – Cecidic - Toribio

 

I Nasa, “gente d’acqua”, sono una delle popolazioni indigene più rappresentative e organizzate del Paese. La loro secolare difesa del territorio e delle tradizioni li ha portati a mantenere saldo il legame con la lingua originaria, la ritualità, la musica e l’arte del tessere, tramandando di generazione in generazione gli insegnamenti degli antenati.

Il territorio dei Nasa è stato invaso e devastato dal conflitto che guerrilla e narcotrafficanti portano avanti da decenni, uno dei paesini più colpiti è sicuramente quello di Toribio, scenario di massacri e attentati.

Una delle armi più forti per rispondere a una situazione di violenza costante è indiscutibilmente quella dell’educazione.

È qui che con questo proposito nasce il Cecidic, una scuola Nasa, dove bambine, bambini, ragazze e ragazzi, oltre alle materie tradizionali possono dedicarsi allo studio delle arti indigene del proprio territorio. Tra le innumerevoli attività l’agricoltura copre un ruolo fondamentale, i professori accompagnano gli studenti alla scoperta dei metodi naturali di produzione e trasformazione degli alimenti.

L’immancabile caffè è presente nella struttura scolastica immerso tra le piantagioni di platano, mais e alberi da frutto. Sono gli studenti stessi a raccoglierlo, durante delle ore curriculari dedicate alle attività fuori dalle aule. Il caffè viene poi processato e commercializzato da una delle imprese Nasa del territorio, la Kwe’s Cafè,“il nostro caffè”. 

È qui che il prodotto viene tostato, macinato e impacchettato per la vendita, agevolando così il consumo di prodotti locali.

Un progetto educativo e produttivo esemplare che ha come fine quello di offrire una vita degna e lontana dalle attività illecite, troppo presenti sul territorio.

Alle porte della piccola impresa di caffè del Siceet, si viene accolti da un piccolo “bar” con granite, empanadas, panini e ovviamente caffè. Per il gruppo di lavoratrici e lavoratori dell’azienda è importante che, prima di chiunque altro, siano gli abitanti del territorio di Tacueyò (Toribio) a consumare i prodotti locali.

Siceet – Tacueyo - Toribio

A dirigere l’impresa è Aurora, donna, Nasa, cresciuta in una zona difficile, violenta, che ha saputo regalare un’alternativa pacifica a molti giovani attraverso il caffè. 

Lavorare nelle coltivazioni illecite, in questa zona, è una delle strade che vengono percorse da molti, attratti dai guadagni facili e dagli sforzi ridotti. Le famiglie che fanno parte di questo processo stanno dimostrando come si possa vivere anche di altro, regalando una speranza di rinascita a questa terra Nasa.

Non solo caffè ma anche derivati, polpa di caffè, yogurt e granite. Queste sono alcune delle innovazioni su cui ha lavorato il Siceet, creando posti di lavoro, aumentando le vendite e raggiungendo una clientela più variegata. Una piccola roccaforte di resistenza e imprenditorialità, un esempio da ammirare, un caffè da provare.

Cafè Acosta – Santander de Quillichao

Sacchi di yuta stracolmi di chicchi, bilance, carriole, scontrini e penne. È questo lo scenario del “Negocio” di Albeiro Acosta, commerciante di caffè da tutta la vita. Tra le stradine affollate di Santander de Quillichao, ha costruito una piccola azienda di compra-vendita di caffè della sua regione, il Cauca. 

Ogni giorno riceve dai contadini della zona chili e chili di caffè verde e li invia in giro per il mondo, alle imprese che poi lo tosteranno, macineranno e impacchetteranno all’estero. Il prezzo del caffè viene deciso dalla Borsa di New York ed è compito dei commercianti farsi carico della delusione dei produttori quando la remunerazione per i propri sforzi è pochissima. 

Uno dei prodotti colombiani per eccellenza deve sottostare ai sali e scendi internazionali, un’ingiustizia difficile da digerire, per chi come Alvaro vorrebbe vedere valorizzato il pesante lavoro dei contadini della sua terra. 

Un lavoro difficile il suo, fatto di calcoli, di telefonate, di trattative costanti. Quella parte essenziale della catena produttiva del caffè, che molte volte non troverebbe un’uscita facile senza intermediari.

La sua passione per questi chicchi lo ha portato a produrre anche un caffè proprio, che lavora nella sua piccola tostatrice tra una vendita e l’altra. Il commercio del caffè, una tessera del puzzle che è essenziale comprendere e analizzare.

Regione Quindío

Finca de Don Elias - Salento

Assieme alle regioni di Risaralda e Caldas, il Quindio fa parte della famosa zona colombiana conosciuta come “Eje Cafetero”, meta turistica ambita da chiunque voglia visitare il Paese.

In Salento infatti il turismo legato al caffè è il motore dell’economia locale.

La finca di Don Elias da molti anni propone tour guidati tra le piantagioni a tutti i turisti interessati a vedere con i propri occhi dove e come cresce quest’albero secolare, come viene raccolto, processato ed infine preparato il suo prezioso frutto.

Una cifra simbolica per la visita guidata e la possibilità di comprare un pacchetto di caffè a km 0 permettono alla tenuta di autofinanziarsi. 

È cosi che l’inizio e la fine della catena produttiva del caffè coincidono nello stesso luogo.

Don Elias, con il suo vecchio bastone, continua a tramandare e condividere con amore  questa passione familiare.

 

Un coloratissimo uccello dagli occhi rossi dà il nome alla tenuta di Carla, nel paesino di Salento.

Da quando si è trasferita in Colombia si è appassionata così tanto al caffè da aver creato uno spazio in cui l’ambizione è quella di coltivarne tutte le varietà presenti nel Paese. Tra platani, alberi nativi e da frutto, Carla racconta appassionata ai turisti il lungo processo di lavorazione del caffè, dalla semina alla preparazione della bevanda. I tour nella tenuta sono in inglese e spagnolo, per poter accogliere visitatori da tutto il mondo. La produzione si può sposare con il rispetto della natura grazie alle tecniche di permacultura e la tenuta lo dimostra in ogni suo piccolo angolo!

Nella cucina di casa si assaggiano i caffè coltivati durante tutto l’anno, imparando a capire come degustare una buona bevanda e abituare il palato a dei sapori autentici. Un amore per la Colombia che ha contribuito a costruire un piccolo angolo di verde e preservazione dell’immensa biodiversità del Quindìo, una tra le più accoglienti regioni del Paese.

Finca Momota - Salento

Filandia - Quindío

Questo coloratissimo paesino, ricco di attrazioni per tutti i gusti, è una delle mete predilette per chi fa turismo in Colombia. Il comune e la “segretaria de turismo” lavorano costantemente per gestire i flussi di visitatori che vogliono sentirsi a casa nella terra dei Figli delle Ande (Filandia).  

Le case coloniali conservate in perfetto stato, una struttura panoramica e una Riserva Naturale tra le più grandi del Paese sono solo alcune delle meraviglie che contraddistinguono questo luogo. È qui che è possibile incontrare personaggi che definire interessanti è dir poco. 

Alvaro, storico e amante della natura, gestisce tour guidati nella foresta, habitat delle  scimmie urlatrici, specie endemica della zona. Una passione per la conservazione ambientale che va a braccetto con la valorizzazione del territorio, un pozzo di conoscenza su questa porzione di Ande. 

Oscar invece, gestisce nel centro cittadino uno dei bar più frequentati e famosi di Filandia, il “Caffè Claudia”. Qui si possono assaporare distinte varietà di caffè locali in diverse preparazioni, si può addirittura bere un delizioso espresso, non proprio comune a queste latitudini. Il piccolo paesino è stato anche set di una delle telenovele più famose del paese, “Cafè con aroma de mujer”, un intreccio di storie d’amore tra le piantagioni. Tutti ricordano l’emozione dei giorni di riprese e rievocano quel momento di protagonismo della zona.

Regione Antioquia

Cafè sin P

Senza fretta, questa è l’idea che sta alla base della caffetteria che fa capolino tra le colorate vie di Guatapé, particolare e unica cittadina nella regione di Antioquia. Senza fretta (sin prisa) perché il caffè è un rito a cui bisogna concedere tempo, un pretesto che unisce amici, amanti e pensatori da secoli. Tra baguette, dolcetti e macchine per preparare la bevanda, Jhoana e i suoi fratelli accolgono turisti e locali che decidono di vivere un’esperienza diversa di degustazione. Vestita come una chapolera, antica raccoglitrice di caffè, Jhoana prepara sorridente il caffè biologico con metodi particolari e scenografici, raccontando ai clienti come si può assaporare più coscientemente questa bevanda. Poco fuori dalla città, un masso di dimensioni incredibili svetta tra le lagune che la circondano, è la “Piedra del Peñol”, che può essere scalata salendo 740 gradini rapidissimi. Senza fretta, si arriva alla cima e si osservano le cose da un’altra prospettiva. Un paesino che invita alla calma, uno stato d’animo che poco associamo a una bella tazza di caffè. 

Comunidad de Paz de San José de Apartadó – Apartadó

La Colombia è segnata, spaccata, ferita da un conflitto interno da più di 60 anni. Una guerra difficile da comprendere, visto l’altissimo numero di attori che la fomentano e l’innumerevole numero di vittime che ha causato. Al centro, la terra, contesa tra chi la vorrebbe in mano alle comunità contadine, indigene e afrodiscenti, chi la vorrebbe sfruttare per le preziose materie del sottosuolo, chi vorrebbe coltivare materie prime per sostanze illecite e aumentare i propri introiti. È cosi che guerrillas, paramilitari, società civile ed esercito si sono ritrovati a contendersi tanti territori strategici del Paese. Una delle pagine più brutte di questo conflitto è stata scritta a San José de Apartadó, scenario di omicidi mirati ai leader contadini e alle loro famiglie, di veri e propri massacri ed esecuzioni.

Dal 1997 una parte della popolazione della zona ha deciso di dichiararsi neutrale nei confronti del conflitto, costruendo una zona libera da armi e violenza. Nasce così la Comunità di Pace di San José de Apartadó, un esempio nazionale e internazionale di resistenza non violenta, di perdono e dignità. Le persone che abitano adesso il villaggio autosufficiente si dedicano all’agricoltura, alla formazione delle nuove generazioni e alla comunicazione costante con le organizzazioni nazionali e internazionali che appoggiano la loro causa. 

Un prodotto che regala lavoro e speranza a questa resistente comunità è il cacao, un albero dai colorati e dolci frutti, che viene coltivato collettivamente nelle terre comunitarie. Le contadine e i contadini, che popolano le piccole casette a lato del fiume, sono dei giganti in fatto di analisi politica, economica e storica rispetto a tutto ciò che succede nel Paese. Le parole con cui descrivono e narrano la propria storia hanno un valore inestimabile. German, Brigida, El Negro, Levis, Shirli, donne e uomini che sono disposti a dare la vita per questa causa, hanno già perso moltissimo ma non perderanno mai questa battaglia. 

Un deterrente alle minacce continue che subiscono queste persone è la presenza di Operazione Colomba, un’organizzazione italiana che lavora per l’interposizione non violenta in situazioni di conflitto. Qui i volontari accompagnano e scortano in tutti gli spostamenti i membri della Comunità di pace.  

Nonostante le minacce, i massacri e i tentati omicidi, l’odio ha lasciato spazio al perdono, alla voglia di giustizia e pace, alla voglia di continuare a lavorare ed abitare questo meraviglioso territorio alle porte dei Caraibi.

Regione Magdalena

Asociación de las Mujeres Caficultoras y Artesanas de la Sierra Nevada

La Sierra Nevada de Santa Marta è un’imponente catena montuosa che si affaccia sul Mar dei Caraibi, ed è abitata da comunità indigene e contadine.

Tra queste foreste si nasconde la “Ciudad Perdida”, una recente scoperta archeologica, centro di un’antichissima rete di villaggi abbandonati all’arrivo dei colonizzatori spagnoli.

È questo lo scenario in cui bisogna immergersi per raggiungere la frazioncina “El Cinquenta”, nel Municipio di Fundación; per arrivarci infatti bisogna percorrere innumerevoli chilometri di strada sterrata, stretta e a ridosso di dirupi. Solo dopo infinite curve appare il centro abitato, composto da qualche casa e alcuni negozietti. La maggior parte della popolazione risiede nelle zone rurali più interne, distanti anche 5 ore di cammino. Ad una mezz’oretta da lì, vive Orfa, rappresentante della Asociación de las Mujeres Artesanas y Caficultoras de la Sierra Nevada. È lei che con un’altra decina di amiche ha iniziato a recuperare dei territori abbandonati e a coltivare caffè ad alta quota. Quasi tutte le famiglie dell’associazione hanno dovuto abbandonare le proprie case e terreni per fuggire al conflitto. Solo da pochi anni son potuti ritornare in questa zona, continuando a seminare tutto ciò che era stato perduto.

Molto spesso le decisioni familiari, economiche e lavorative vengono prese dagli uomini; questo determinato gruppo di donne dimostra che la strada da percorrere è quella della parità, della collaborazione, del dialogo. La donna deve poter incidere e decidere, essere padrona della propria vita ed assumere le redini di occupazioni erroneamente considerate maschili. Il loro caffè viene coltivato e raccolto su ripidi pendii e poi lavorato in maniera totalmente artigianale, con strumenti antichi ma efficienti. 

Quello che per tanti può essere considerato un posto dimenticato, inaccessibile ed insidioso, per queste persone è la terra a cui appartengono, che vogliono continuare a lavorare e su cui vogliono costruire un futuro dignitoso per i propri figli.

Regione Huila

Cooperativa Cafetera por la Paz Sureña – Timaná – Alto Naranjal

Il Huila, regione prevalentemente andina e attraversata dal lunghissimo fiume Magdalena, è famoso per ospitare uno dei pochi siti archeologici del Paese: San Agustin. A un’ora di macchina dalle sculture di pietra indigene ci si addentra nelle verdi campagne della regione, una delle più produttive in termini di caffè. 

Tra queste montagne ricche di storia e di storie, ha sede la Cooperativa Cafetera por la Paz Sureña, che scavalca le regioni e raggruppa soci anche nel Nariño e nel Tolima. 

Le accoglienti famiglie che la compongono hanno deciso di unire gli sforzi per cercare di migliorare la qualità dei propri raccolti e scavalcare il classico sistema di intermediari che limita gli introiti. Sono tante le piccole tenute che fanno parte del processo nel Municipio di Timaná, che raccoglie un bacino di frazioni situate ad altezze e climi diversi.  A fare da collante è Carolina, leader originaria della zona, che ha saputo unire sotto lo stesso cappello persone lontane in termini geografici ma non in termini di ambizioni. La connessione con la terra e l’amore per il proprio territorio si esprime qui non solo attraverso il lavoro agricolo, ma anche con una vasta cultura musicale e gastronomica. Imperdibile assistere a un ballo di Sanjuanero, provare la carne alla griglia, la manioca con salsa di peperoncino e assaggiare il delizioso caffè che i sorridenti membri della Cooperativa seminano e raccolgono con passione.